L'utilità di Annozero

Posted on martedì 6 ottobre 2009 by Lorenzo Lipparini in , ,
da Hideout.it

Il tempo non passa mai a casa di Santoro: Annozero ha ripreso con lo stesso studio, la stessa squadra, gli stessi argomenti, le solite polemiche. L'unica novità, ma sempre nel segno della continuità, è la bionda conduttrice della rubrica "Generazione Zero": Giulia Innocenzi. Nonostante gli strali del governo e le accuse incrociate alla Rai (covo della propaganda comunista secondo la maggioranza e strumento di censura liberticida secondo l´opposizione) Santoro è sempre là, sempre uguale. Lascia anche intendere che continuerà imperterrito a occuparsi di escort e festini. Una minaccia, più che una promessa. Il suo atteggiamento sembra appena più circospetto, ma passione, partigianeria e faziosità sono quelle conosciute: tutto è concesso pur di fare le pulci a Berlusconi. Santoro è uno dei pochi punti fermi che siano rimasti al Presidente del Consiglio che, tra una battuta e una mezza verità, sembra essersene accorto: "Annozero porta voti!".

In fondo si parla di un giornalista di cui si conoscono le idee, prevedibile ed eccessivo, che ha dimostrato dedizione alla causa e non
ha mai abbandonato il Premier, dedicandogli sempre la dovuta attenzione. Un antagonista perfetto (anche migliore dei leader dell´opposizione) che, con Travaglio, ha contribuito a forgiare il mito del "Berlusconi capace di tutto", coniugato, con diversi punti di vista, a destra come a sinistra. È opinione diffusa che i due siano, in qualche modo, legati da un inscindibile vincolo di dipendenza. Senza Berlusconi non esisterebbe il mito di Santoro, che a sua volta è un fondamentale rappresentante della narrazione politica berlusconiana. Santoro è un abile, fazioso, rumoroso simbolo della sinistra protestataria e mugugnante, un animale televisivo (c´è chi dice il migliore) potente ma domato nelle maglie della Tv di Stato.

Nulla di meglio per la propaganda del Premier: la sopravvivenza di Annozero, pur tra le polemiche, falsifica il teorema dell´informazione di regime, totalizzante, gridato dalla Sinistra. Berlusconi, più scaltro ed esperto dei suoi seguaci, farebbe bene a porre un freno all´aggressività autolesionista di chi invoca il bavaglio sulla Rai, galvanizzando le opposizioni.
La Censura efficace si muove nell´ombra e trova terreno fertile in un paese dove dilagano piaggeria, auto limitazione, e opportunismo prima ancora che arrivino gli ordini dall´alto. Ne sa qualcosa Enrico Mentana, disoccupato e vittima del mai affrontato conflitto di interessi. Anche per questo la Sinistra, che ha indetto la prima manifestazione nazionale sulla libertà di informazione, non appare titolata a denunciare la gravità della situazione: dopo decenni di cogestione Rai, forte dei propri potentati giornalistici - sebbene sempre più frustrata - sogna oggi di estirpare i mali del berlusconismo, ma non vede l´ora di sostituirvisi con i propri apparati. O di sedersi al tavolo per gestire la parte di Tv che le spetta.

Il pubblico, intanto, assiste agli scambi di accuse su chi voglia una televisione più di parte e si adagia, assuefatto, in una dimensione surreale. "Ma come - dice mia nonna - non sono tutte invenzioni giornalistiche queste storie delle escort e dei festini?".
Poco importa che esistano dei documenti. Vengono catalogati come bufale, macchinazioni, parte dello scontro.
L´autorevolezza, la credibilità del giornalismo si è dispersa, come la dimensione del reale. È l´occasione, forse, per restituire centralità ai filmati originali. Quelli mostrati a inizio trasmissione, senza commento, sono eloquenti: l´imbarazzo della platea e del primo ministro Spagnolo mentre Berlusconi parla di donne in conferenza stampa; il gesticolare agitato e meccanico del ministro Brunetta che pronuncia insulti. Non siamo più abituati a questo format che supera la mediazione giornalistica in modo, oggi, rivoluzionario: la realtà supera qualsiasi racconto fatto di essa. Non è quella spettacolarizzata e artificiale del reality, e nemmeno quella liofilizzata che riporta anche il più obiettivo dei telegiornali. È quella vera, ed è il caso di mostrarla.

0 commenti:

Posta un commento