Milano, le Colonne di S. Lorenzo e la iuvenifobia

Posted on mercoledì 21 ottobre 2009 by Lorenzo Lipparini in ,
L’inchiesta del Corriere della Sera del 20 ottobre sullo stato del quartiere di San Lorenzo a Milano evidenzia una serie di criticità che metterebbero a rischio l’integrità del quartiere, assediato dal degrado. Popolo della notte, graffiti, happy hour, movida sono le cause identificate di questa deriva, denunciata da residenti e amministrattori pubblici. A guardar bene, però, il minimo comun denominatore di queste parole chiave è un altro: i giovani. La città che invecchia li conosce sempre di meno, e sempre meno li capisce. Ci siamo abituati a sentir parlare di giovani in modo grossolano, come un’indefinito e indifferenziato gruppo di persone dalle caratteristiche simili. Ai giovani si dedicano politiche, dibattiti e iniziative dai toni benevoli: “giovane” è una parola positiva, e tutti, specie in politica, cercano di esserlo in ogni modo. Al giovane studioso, ricco di inventiva, risorsa per il futuro di cui parlano le istituzioni, si affianca, però, quello che la sera va per locali. E spesso è la stessa identica persona. Scagliarsi contro movida e happy hour vuole dire attaccare fenomeni che sono, in modo pressochè esclusivo, giovanili. Questo atteggiamento, sempre più ricorrente anche se inespresso, sta prendendo a Milano i tratti sempre più evidenti di quella che potremmo definire una vera e propria Iuvenifobia.
I residenti di San Lorenzo, privati del sonno, potrebbero dire che è solo una questione di rispetto e che, nel loro interesse, c’è semplicemente la tutela del sacrosanto diritto al riposo. Giustamente gli atti vandalici vanno contrastati e prevenuti, così come i comportamenti eccessivi e le patenti illegalità.
Ma l’atteggiamento generale, a Milano come altrove, è ostile alle attività giovanili diverse dal cineforum e dal concorso creativo: regole restrittive, orari di chiusura limitati, burocrazia, cancellate nei luoghi pubblici. Si parla di sballo, di frenesia, di mancanza di limiti. In realtà, di notte, a San Lorenzo, transitano più giovani laureati, studenti erasmus, visitatori stranieri che i tossici che vi bazzicavano negli anni 70. Basta guardare su internet le recensioni dei più visitati siti stranieri di viaggi che parlano di “luogo unico per bere qualcosa”, “bella gente”, “bar tradizionali” per capire che la vocazione dell’area è, oltre che monumentale, votata alla vita notturna. Altrove sarebbe una risorsa, un’attrazione. La Grand Place di Bruxelles, patrimonio dell’Unesco, è vissuta fino alle prime ore della mattina dai ragazzi che siedono a terra a bere e parlare rumorosamente. Dopo poche ore, e un’accurata pulizia, la stessa piazza è invasa dai turisti giapponesi. I residenti si industriano con doppi vetri, e i loro figli si divertono in strada mentre i genitori dormono qualche piano più in alto. Da noi invece si reagisce con l’insofferenza, ben amplificata dai giornali e accarezzata dalle istituzioni (notare anche il Focus del Corriere del 20 ottobre sulla diminuzione dell’attrattività turistica dell’Italia).
Qualcuno potrebbe dire che è facile sentenziare quando non sono io a perderci il sonno. Bene, se qualche residente volesse passare notti più tranquille sono pronto a fare cambio di casa. Io sto a Città Studi.

Su Corriere della Sera ed. Milano - 21/10/2009

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