Ryanair, mercato e proteste

Posted on martedì 29 dicembre 2009 by Lorenzo Lipparini in , ,
Perchè non mi unisco al coro di chi, oggi, difende Ryanair.

Il popolo di internet si mobilita (chissà poi con quanta spontaneità) in “difesa” della compagnia aerea Ryanair, che sta considerando di chiudere diverse rotte italiane a causa delle nuove norme italiane sui documenti di identificazione in aeroporto.
Non chiudete Ryanair! Difendiamo la nostra sicurezza! Si strilla su facebook. In realtà Ryanair non è minacciata di chiusura: semplicemente non vuole rassegnarsi ad accettare documenti diversi da Carta di identità e passaporto come titolo di identificazione dei passeggeri sulle tratte interne italiane. Nessun attentato alla sicurezza o ai diritti, semmai una possibilità in più per quei passeggeri che sbadatamente hanno dimenticato di rinnovare un documento scaduto o hanno smarrito il passaporto, e ora potranno esibire la patente.
La serrata dei voli è una minaccia della compagnia aerea che, prepotentemente consapevole della propria popolarità, e, spesso, dell’unicità del proprio servizio, decide di fare braccio di ferro con le autorità. Il principio che si vuole tutelare non è quello della sicurezza ma dell’economicità delle operazioni di controllo.
La retorica poi, è oltremodo fastidiosa: una compagnia di diritto privato vorrebbe sostituirsi all’autorità pubblica nella determinazione di quali siano i documenti che certificano la mia identità. Arrogandosi la facoltà di arricciare il naso di fronte a un documento rilasciato da un ente dello Stato: “mi dispiace, questo non vale”. Di questo passo dovremo acquistare documenti emessi da Ryanair per poter volare?
Quello che ci sta dietro, in realtà, è uno scontro molto più antico e culturale, che vede Ryanair nella parte della compagnia discriminata per favorire Alitalia e le altre compagnie tradizionali. Il vizio della politica di intromettersi nel mercato – specie quello aereo – ha fatto sì che Ryanair sia stata tenuta lontano dagli slot lasciati liberi, per esempio a Malpensa, e che oggi si chiuda l’aeroporto di Ciampino ai voli low cost per dirottarli nella più periferica Viterbo, con tutto vantaggio per Alitalia e a danno dei consumatori.
Questo malcostume lontano dalle logiche di mercato dovrebbe essere oggetto di denuncia e di mobilitazione politica, rivolta alle istituzioni. Solo allora potrei gridare anche io “Non chiudete Ryanair!”

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