Nuove norme anti-smog, Milano si muove: “Basta misure di emergenza, ci vogliono riforme strutturali”

Posted on giovedì 17 febbraio 2011 by Lorenzo Lipparini in ,
Giovedì 10 Febbraio 2011

Macchine un po’ più lente e appartamenti un po’ più freddi. La risposta dei sindaci del milanese all’emergenza smog è arrivata mercoledì 10 febbraio, al termine di una riunione nella sede della Provincia. Dalla prossima settimana – giusto il tempo di preparare una nuova segnaletica – il limite di velocità sulle tangenziali di Milano sarà abbassato da 90 a 70 chilometri orari. Inoltre la temperatura all’interno dei palazzi scenderà di un grado. Il nuovo massimo sarà a quota 19 e gli impianti rimarranno in funzione un’ora in meno. Misure di emergenza – da 28 giorni consecutivi il Pm10 supera i limiti consentiti – che si aggiungono a quelle già predisposte dal Comune la scorsa settimana. Come il divieto assoluto di accesso nell’area Ecopass per tutti i mezzi inquinanti, prima consentito con il pagamento di un ticket. Prevista solo una finestra al venerdì per permettere ai fornitori di raggiungere i negozi del centro. Bocciata invece la proposta del presidente della Provincia Podestà di adottare le targhe alterne. Se ne riparlerà tra due settimane, quando saranno più chiari gli effetti di un analogo provvedimento già adottato a Brescia.

«Sono tutti palliativi», commenta Lorenzo Lipparini, portavoce del comitato referendario Milano si muove. «Qui ci vogliono riforme strutturali». Come quelle proposte dai referendari: estensione dell’Ecopass, potenziamento dei mezzi pubblici, pedonalizzazione del centro e conservazione del futuro parco dell’area Expo.

Lipparini, le misure adottate mercoledì non la convincono?

Il problema di quelle norme è che bisogna farle rispettare. Si stabiliscono dei limiti stringenti e poi non si controlla. Così li ignorano tutti, a partire dagli uffici comunali, dove la temperatura è spesso superiore a quella consentita. E vogliamo parlare del limite di velocità sulle tangenziali? (ride) Forse non lo sanno, ma nelle ore di punta le macchine sono completamente ferme. Le vere riforme sono quelle strutturali.

Lo ha detto anche il vicesindaco De Corato. E ha ricordato la piattaforma comune di intervento creata nel 2010 con molti sindaci della Pianura Padana.

Ma De Corato amministra ormai da decenni. Ora è anche assessore al Traffico e non mi pare che la situazione sia migliorata. Scopriamo che anche la Moratti è una paladina del referendum, quando fino a qualche giorno fa ci prendeva in giro. Diceva che era un’iniziativa estemporanea, di fidarsi dell’amministrazione comunale.

Appunto. La Moratti ieri si è dichiarata favorevole a votare per il vostro referendum nello stesso giorno delle elezioni amministrative. Una sponda inaspettata?

Al contrario, è aspettata. La Moratti è stata alla finestra fino a quando il progetto referendario era in lavorazione, commentando con toni sarcastici. Ora che ci sono 125mila firme depositate e incombe una multa della Commissione Europea ha cambiato atteggiamento. Ma non facciamo polemiche. Noi misuriamo il successo nei fatti: ci fa piacere se l’amministrazione decide di dialogare o addirittura di anticipare alcune delle nostre proposte.

L’ostacolo a questo punto è una norma nazionale che impedisce di accorpare le due votazioni. Vi state muovendo a Roma per farla modificare?

Ci stiamo provando, ma non abbiamo molte possibilità di riuscirci. La proposta è sul tavolo ma in questo momento il Parlamento ha altre priorità. Senza considerare l’atteggiamento della classe politica italiana, contraria alle consultazioni popolari, che spesso piazza a giugno per ostacolare il raggiungimento del quorum. A Milano è il 30% degli aventi diritto.

Quando si voterà allora?

A norma di legge si dovrebbe votare prima delle elezioni comunali, previste per maggio. Il collegio dei garanti si è finalmente formato e entro fine febbraio dovrebbe decidere sull’ammissibilità dei quesiti. A quel punto il referendum si dovrà tenere nei 70 giorni successivi. Non è prevista nessuna deroga, se non per la presenza di altri referendum.

E nel caso in cui l’amministrazione lo rimandasse?

Ci sono gli estremi per fare ricorso o addirittura per chiedere un commissariamento. Ma il nostro fine è un altro. Noi vogliamo che le nostre proposte siano al centro della campagna elettorale per le prossime amministrative. Vogliamo che i candidati prendano posizione sui temi ambientali.

Tra i candidati avete un interlocutore privilegiato?

Assolutamente no. Milano si muove è un comitato trasversale. Tra i promotori ci sono dei politici, ma provengono da tutti i partiti. Collaboreremo con chiunque mostri la volontà concreta di fare qualcosa in tema di ambiente.

Filippo Santelli
http://www.lasestina.unimi.it/lasestina/posts/nuove-norme-anti-smog-milano-si-muove-basta-misure-di-emergenza-ci-vogliono-riforme-strutturali/

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