Al Presidente del Consiglio Provinciale di Milano, Bruno Dapei
Gentile Presidente, caro Bruno,
innanzitutto ti ringraziamo per il segnale di attenzione che hai voluto riservarci chiedendo a noi -insieme a Pannella, Bonino, Staderini e Viale- di ritirare la nostra denuncia contro il Presidente Formigoni per la diffamazione che riteniamo di aver subito. Non si tratta, da parte nostra, di un ringraziamento solo formale, visto che è la prima volta, in due anni e mezzo, che un esponente del tuo partito si esprime sulla vicenda senza cercare di ridicolizzarci. Dobbiamo però far presente anche a te che la battaglia che stiamo conducendo non riguarda una rissa personale, che in quanto tale possa essere risolta dal "nobile gesto" che invochi, ma la prosecuzione di un impegno storico dei Radicali per la legalità delle elezioni. Già dodici anni fa, infatti, ci eravamo recati in decine di Procure della Repubblica in tutta Italia per deunciare l'illegalità della fase di raccolta delle firme per la presentazione alle elezioni. Ci basavamo su notizie di stampa, che riportavano modifiche "impossibili" delle liste elettoral fino all'ultimo minuto utile. In occasione delle regionali 2010 abbiamo fatto un passo in più: abbiamo scoperto le prove della falsificazione di un migliaio di firme e abbiamo costretto la giustizia ad occuparsene. La gravità degli elementi che abbiamo riscontrato è tale da imporre una verifica giudiziaria. Il vero scandalo è, semmai, il ritardo di due anni e mezzo che si è accumulato, in particolare sul procedimento amministrativo che avrebbe dovuto chiudersi nei tempi rapidissimi che in tutte le democrazie sono riservati al processo elettorale. Arriviamo, infine, al tuo riferimento ai reati d'opinione. E' vero, i Radicali si sono battuti come nessun altro in Italia per l'abolizione dei reati d'opinione e la riforma dei codici fascisti a tal riguardo sopravvissuti nell'era repubblicana. Proprio per questo, non ci possiamo in alcun modo riconoscere in un'interpretazione dei reati d'opinione che sia tale da includere tra essi la diffamazione a mezzo stampa, reato per il quale abbiamo semmai da sempre chiesto il rito giudiziario direttissimo, unico in grado di risarcire la vittima in tempi utili rispetto a un dannno che altrimenti continua ad operare giorno dopo giorno. Il Presidente della Regione Lombardia ci accusò di un reato gravissimo: aver messo in atto una macchinazione contro la legalità delle elezioni. Ci accusò via televisione e stampa, senza che ci fosse per noi alcun diritto di replica, e senza aver mai, da allora, chiesto scusa, né a noi né agli elettori. Concludiamo dunque questa nostra risposta a nostra volta invitandoti ad approfondire il merito di questa vicenda, a non limitarti ad un apparentemente neutrale invito a deporre le armi giudiziarie per aprire il confrontro tra le idee e le opinioni. A tale confronto siamo più che pronti, anche per trattare dello stato comatoso della giustizia nel nostro Paese, come cercheremo di esprimere nel corso dei quattro giorni di nonviolenza, silenzio e sciopero della fame per l'amnistia, dal 18 al 21 luglio, al quale ci auguriamo tu possa trovare il modo di aderire. Non siamo però disposti a derubricare come meri fatti d'opinione né la truffa elettorale della quale siamo vittime (la Lista Bonino Pannella non potè presentarsi alle elezioni regionali proprio per mancanza di sottoscrizioni), né la diffamazione successiva con la quale tale truffa si è tentato di occultare davanti all'opinione pubblica, continuando ancora oggi ad attribuircene la responsabilità. Ci auguriamo tu voglia comprendere le nostre ragioni, e magari percorrere con il Partito radicale un altro tratto di strada verso la legalizzazione di istituzioni che ormai operano contro la democrazia e il diritto, dai tribunali alle carceri passando per gli altri palazzi di un potere fuorilegge.
Con amicizia e cordialità,
Marco Cappato e Lorenzo Lipparini
Radicali, Bonino - Pannella
Gentile Presidente, caro Bruno,
innanzitutto ti ringraziamo per il segnale di attenzione che hai voluto riservarci chiedendo a noi -insieme a Pannella, Bonino, Staderini e Viale- di ritirare la nostra denuncia contro il Presidente Formigoni per la diffamazione che riteniamo di aver subito. Non si tratta, da parte nostra, di un ringraziamento solo formale, visto che è la prima volta, in due anni e mezzo, che un esponente del tuo partito si esprime sulla vicenda senza cercare di ridicolizzarci. Dobbiamo però far presente anche a te che la battaglia che stiamo conducendo non riguarda una rissa personale, che in quanto tale possa essere risolta dal "nobile gesto" che invochi, ma la prosecuzione di un impegno storico dei Radicali per la legalità delle elezioni. Già dodici anni fa, infatti, ci eravamo recati in decine di Procure della Repubblica in tutta Italia per deunciare l'illegalità della fase di raccolta delle firme per la presentazione alle elezioni. Ci basavamo su notizie di stampa, che riportavano modifiche "impossibili" delle liste elettoral fino all'ultimo minuto utile. In occasione delle regionali 2010 abbiamo fatto un passo in più: abbiamo scoperto le prove della falsificazione di un migliaio di firme e abbiamo costretto la giustizia ad occuparsene. La gravità degli elementi che abbiamo riscontrato è tale da imporre una verifica giudiziaria. Il vero scandalo è, semmai, il ritardo di due anni e mezzo che si è accumulato, in particolare sul procedimento amministrativo che avrebbe dovuto chiudersi nei tempi rapidissimi che in tutte le democrazie sono riservati al processo elettorale. Arriviamo, infine, al tuo riferimento ai reati d'opinione. E' vero, i Radicali si sono battuti come nessun altro in Italia per l'abolizione dei reati d'opinione e la riforma dei codici fascisti a tal riguardo sopravvissuti nell'era repubblicana. Proprio per questo, non ci possiamo in alcun modo riconoscere in un'interpretazione dei reati d'opinione che sia tale da includere tra essi la diffamazione a mezzo stampa, reato per il quale abbiamo semmai da sempre chiesto il rito giudiziario direttissimo, unico in grado di risarcire la vittima in tempi utili rispetto a un dannno che altrimenti continua ad operare giorno dopo giorno. Il Presidente della Regione Lombardia ci accusò di un reato gravissimo: aver messo in atto una macchinazione contro la legalità delle elezioni. Ci accusò via televisione e stampa, senza che ci fosse per noi alcun diritto di replica, e senza aver mai, da allora, chiesto scusa, né a noi né agli elettori. Concludiamo dunque questa nostra risposta a nostra volta invitandoti ad approfondire il merito di questa vicenda, a non limitarti ad un apparentemente neutrale invito a deporre le armi giudiziarie per aprire il confrontro tra le idee e le opinioni. A tale confronto siamo più che pronti, anche per trattare dello stato comatoso della giustizia nel nostro Paese, come cercheremo di esprimere nel corso dei quattro giorni di nonviolenza, silenzio e sciopero della fame per l'amnistia, dal 18 al 21 luglio, al quale ci auguriamo tu possa trovare il modo di aderire. Non siamo però disposti a derubricare come meri fatti d'opinione né la truffa elettorale della quale siamo vittime (la Lista Bonino Pannella non potè presentarsi alle elezioni regionali proprio per mancanza di sottoscrizioni), né la diffamazione successiva con la quale tale truffa si è tentato di occultare davanti all'opinione pubblica, continuando ancora oggi ad attribuircene la responsabilità. Ci auguriamo tu voglia comprendere le nostre ragioni, e magari percorrere con il Partito radicale un altro tratto di strada verso la legalizzazione di istituzioni che ormai operano contro la democrazia e il diritto, dai tribunali alle carceri passando per gli altri palazzi di un potere fuorilegge.
Con amicizia e cordialità,
Marco Cappato e Lorenzo Lipparini
Radicali, Bonino - Pannella
1 commenti:
E magari se Firmigoni si dimette chiedendo scusa e riconoscendo le sue colpe possiamo anche ritirare...
Posta un commento