IL TRIBUNALE DI MILANO DICHIARA FALSE LE FIRME A SOSTEGNO DI FORMIGONI ALLE REGIONALI 2010
Cappato e Lipparini "Grazie ai 3 anni di ritardo, il beneficiario è Senatore della
Repubblica e i denuncianti sono fuori dalle istituzioni"
Milano, 17 aprile 2013
Il Tribunale Civile di Milano ha depositato oggi il dispositivo della sentenza che dichiara false 723 firme prodotte a sostegno della Lista Formigoni in occasione delle lezioni regionali del 2010. Le controparti dei querelanti (i consiglieri di Lega e PdL che si opponevano alla dichiarazione di falso) sono state condannate a pagare agli attori Cappato e Lipparini le spese processuali, liquidate in Euro 15.000, oltre agli accessori di legge. Si tratta di un numero di firme false tale da invalidare la presentazione a suo tempo della Lista Regionale per la Lombardia e quindi della candidatura a Presidente della Lombardia di Roberto Formigoni e di tutte le liste che lo sostenevano. Marco Cappato e Lorenzo Lipparini, i Radicali che hanno intentato la causa contro la truffa Firmigoni, hanno dichiarato:
"l'Italia è il Paese dell'impunità e dell'antidemocrazia. Il risultato, grazie anche alla sentenza della Corte costituzionale che ha imposto alla giustizia amministrativa di attendere la giustizia civile (arrivata solo oggi), è che colui che nel 2010 non si sarebbe nemmeno potuto candidare -come i partiti che lo sostenevano- in seguito alla truffa elettorale sulla quale è già stato condannato per diffamazione contro i Radicali- invece che a casa è al Senato della Repubblica italiana e si appresta a votare il nuovo Capo dello Stato. Nel frattempo, i suoi soci di menzogne leghisti e pidiellini governano tranquilli la Lombardia. Siamo anche il Paese dove chi ha scoperto e denunciato la truffa -i Radicali- stato cacciato dalle istituzioni regionali e nazionali.
Ci auguriamo che qualcuno dei neoeletti Consiglieri regionali chiederà alla Regione se le parcelle degli avvocati difensori esterni della Regione Lombardia, che tanto hanno fatto -insieme agli avvocati della Lega- per cercare di impedire o ritardare l’accertamento di una scomoda verità, siano state pagate dalla Regione, ovvero dai noi tutti cittadini contribuenti ed elettori."
Gli avvocati Mario Bucello, Simona Viola e Renato D’Andrea, che hanno assistito i radicali nel giudizio hanno dichiarato:
“la decisione da un lato ci conforta, perché mostra la sensibilità del Tribunale Civile di Milano verso le speciali e delicate esigenze di giustizia che circondano i giudizi elettorali per altro verso, nonostante gli sforzi di celerità profusi anche dal Tribunale, la sentenza giunge quando ormai il Consiglio Regionale - abusivamente eletto grazie a operazioni manipolative – è stato sostituito da nuove elezioni. Se l’accertamento della falsità fosse stato di competenza del Giudice Amministrativo avrebbe potuto sopraggiungere in tempo utile per invalidare le elezioni. In questo quadro è indispensabile porre rapidamente all’ordine del giorno del nuovo Parlamento la necessità delle riforme volte a rendere effettiva la giustizia elettorale per scoraggiare nuovi abusi, assegnando al Giudice Amministrativo la competenza a decidere sulle falsità emerse nei procedimenti elettorali”.
Milano, 17 aprile 2013
Il Tribunale Civile di Milano ha depositato oggi il dispositivo della sentenza che dichiara false 723 firme prodotte a sostegno della Lista Formigoni in occasione delle lezioni regionali del 2010. Le controparti dei querelanti (i consiglieri di Lega e PdL che si opponevano alla dichiarazione di falso) sono state condannate a pagare agli attori Cappato e Lipparini le spese processuali, liquidate in Euro 15.000, oltre agli accessori di legge. Si tratta di un numero di firme false tale da invalidare la presentazione a suo tempo della Lista Regionale per la Lombardia e quindi della candidatura a Presidente della Lombardia di Roberto Formigoni e di tutte le liste che lo sostenevano. Marco Cappato e Lorenzo Lipparini, i Radicali che hanno intentato la causa contro la truffa Firmigoni, hanno dichiarato:
"l'Italia è il Paese dell'impunità e dell'antidemocrazia. Il risultato, grazie anche alla sentenza della Corte costituzionale che ha imposto alla giustizia amministrativa di attendere la giustizia civile (arrivata solo oggi), è che colui che nel 2010 non si sarebbe nemmeno potuto candidare -come i partiti che lo sostenevano- in seguito alla truffa elettorale sulla quale è già stato condannato per diffamazione contro i Radicali- invece che a casa è al Senato della Repubblica italiana e si appresta a votare il nuovo Capo dello Stato. Nel frattempo, i suoi soci di menzogne leghisti e pidiellini governano tranquilli la Lombardia. Siamo anche il Paese dove chi ha scoperto e denunciato la truffa -i Radicali- stato cacciato dalle istituzioni regionali e nazionali.
Ci auguriamo che qualcuno dei neoeletti Consiglieri regionali chiederà alla Regione se le parcelle degli avvocati difensori esterni della Regione Lombardia, che tanto hanno fatto -insieme agli avvocati della Lega- per cercare di impedire o ritardare l’accertamento di una scomoda verità, siano state pagate dalla Regione, ovvero dai noi tutti cittadini contribuenti ed elettori."
Gli avvocati Mario Bucello, Simona Viola e Renato D’Andrea, che hanno assistito i radicali nel giudizio hanno dichiarato:
“la decisione da un lato ci conforta, perché mostra la sensibilità del Tribunale Civile di Milano verso le speciali e delicate esigenze di giustizia che circondano i giudizi elettorali per altro verso, nonostante gli sforzi di celerità profusi anche dal Tribunale, la sentenza giunge quando ormai il Consiglio Regionale - abusivamente eletto grazie a operazioni manipolative – è stato sostituito da nuove elezioni. Se l’accertamento della falsità fosse stato di competenza del Giudice Amministrativo avrebbe potuto sopraggiungere in tempo utile per invalidare le elezioni. In questo quadro è indispensabile porre rapidamente all’ordine del giorno del nuovo Parlamento la necessità delle riforme volte a rendere effettiva la giustizia elettorale per scoraggiare nuovi abusi, assegnando al Giudice Amministrativo la competenza a decidere sulle falsità emerse nei procedimenti elettorali”.
2 commenti:
E' possibile ricorrere a qualche corte europea?
ciao
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